Franchising, negozi e carriere se la catena resiste alla crisi

Data

dic 11, 2008

Ha avuto uno sviluppo costante dal 1998 al 2007 e oggi, pur rallentando la crescita, conferma i dati positivi degli anni passati. Così il business italiano delle reti in franchising resiste alla crisi economica e dei consumi. Formazione, visibilità garantita dal marchio diffuso e ‘patti chiari’ tra franchisor e franchisee sono i vantaggi per chi entra in un settore che mantiene intatto il suo appeal. Intervista a Graziano Fiorelli, presidente di Assofranchising.

di CLAUDIO ROCCO

Rallenta la crescita ma a un ritmo inferiore rispetto agli altri campi del commercio e dei servizi italiani, e costituisce così una sponda di stabilità nella crisi generale dei consumi. È il settore delle reti in franchising, una branca del commercio la cui crescita mantiene il segno positivo dopo un vero e proprio boom registrato negli ultimi dieci anni. Dal 1998 al 2007 sia il giro d’affari che il numero degli affiliati (i “franchisee”) hanno registrato una crescita annuale dell’8% mentre l’anno passato il fatturato è cresciuto del 5,2% superando i 21 miliardi di euro. Nel 2008 i punti vendita aumenteranno ancora del 2% mentre le previsioni per il giro d’affari oscillano tra la stabilità e la crescita dell’1,5%. I numeri delle catene di vendita in Italia per il 2008 provengono da Assofranchising, l’associazione che rappresenta 224 insegne tra le 847 attive nel Belpaese.

Partnership e rete. “Questo risultato dimostra come il franchising consenta di cogliere meglio le opportunità di crescita e affrontare in modo più efficace la forte competitività dei mercati, ma anche di superare meglio le fasi di crisi e le congiunture negative – spiega il presidente di Assofranchising Graziano Fiorelli -. I dati dimostrano che l’alleanza fra singolo imprenditore commerciale e impresa organizzata rappresenta una combinazione vincente sia per lo sviluppo, sia per resistere nei momenti di difficoltà. Il franchising, quindi, si conferma una partnership imprenditoriale che esprime una produttività alta nel settore di riferimento della rete”.

Il cuore del franchising sta in un patto stretto tra il franchisee (l’imprenditore che sceglie di avviare la propria attività commerciale adottando il ‘marchio’ specifico di una determinata catena di distribuzione) e il franchisor, ovvero l’azienda che mette a disposizione del franchisee il proprio nome, il proprio sistema di distribuzione e il proprio know-how. Nel contratto, in genere, il franchisor si assume il compito di controllare e coordinare il funzionamento del sistema.

L'importanza della formazione. Ma quali sono i vantaggi per chi sceglie di aprire un punto vendita con i prodotti di un marchio già noto e diffuso? “Franchisor e franchesee hanno una serie di diritti e doveri reciproci, chiariti dal contratto e che devono essere rispettati dall’inizio dell’accordo. Tra i più importanti e i primi c’è l’attività di formazione del nuovo affiliato che spetta al franchisor compiere. La formazione è infatti fondamentale: non tutte le persone che decidono di aprire un negozio in franchising hanno un’esperienza imprenditoriale alle spalle e, grazie ai consigli del franchi sor, il franchisee può ottenere un insieme di competenze di base”. Dunque, anche per chi è alle prime armi nel mare magnum del commercio al dettaglio, l’attività in franchising consente di usufruire del know - how del settore. Il franchising consente inoltre di mettersi in gioco attraverso l’offerta di prodotti o servizi già noti al pubblico, perché legati al nome di una catena presente sul territorio, e la riconoscibilità del punto vendita è garantita dall’allestimento con colori o materiali che caratterizzano ogni marchio. In questo modo, il franchisee mette in vendita un prodotto che ha già una sua fetta di mercato e usufruisce di un canale di marketing già sperimentato per la visibilità del marchio e la pubblicità.

Dall'immobiliare al credito. Oggi le catene in franchising si dividono in circa 30 macro settori: i più rappresentati sono quelli delle agenzie immobiliari e di mediazione creditizia con 10.258 affiliati e dell’abbigliamento uomo-donna con oltre 5.370 punti vendita in tutta Italia. Le catene estere presenti sul territorio sono 84: prevalgono quelle provenienti dagli Stati Uniti (una trentina) seguite dalle reti di distribuzione di Francia, Spagna e Inghilterra. Secondo i dati elaborati da Quadrante per Assofranchising, ai primi posti in Italia per la diffusione di reti in franchising ci sono la Lombardia (274 catene), il Lazio (89) e il Veneto (84).

Gli incontri per saperne di più. Se il processo di formazione spetta al franchisor, secondo il presidente di Assofranchising anche l’attività di informazione sul settore si rivela fondamentale per ottenere nuove affiliazioni. Proprio a questo scopo l’associazione organizza una serie di road show in tutta Italia, con incontri rivolti alle persone interessate ad aprire un’attività in franchising. Il prossimo appuntamento è per il 10 dicembre alla Camera di commercio di Bari e la giornata dei road show si divide in due momenti: nella prima parte vengono presentate le realtà associative del commercio e del terziario locale. Di seguito sono i franchisor a presentarsi direttamente agli interessati. I prossimi road show in calendario sono organizzati a partire da gennaio 2009 a Trieste e nei mesi successivi a Ferrara, Trento, Roma e a Mantova.

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