Maggiore predisposizione all’interazione sociale e al lavoro in gruppo pur non trascurando le relazioni con i singoli individui (37.6%), doti creative e attenzione ai dettagli (35.8%), abilità nello studiare piani d’impresa più lungimiranti nel tempo (22%) e intelligenza pragmatico-organizzativa che consente di realizzare gli obiettivi prefissati: ecco alcune delle caratteristiche che emergono da una ricerca svolta, a livello internazionale, dalla società Randstad Italia insieme a The European House- Ambrosetti, su un campione di 800 aziende, dal titolo “Gestire il talento femminile per esprimere il potenziale dell’impresa.”
Sulla base di questa indagine, al fine di valorizzare al massimo le qualità delle donne impegnate in ambito lavorativo e, di conseguenza, migliorare l’efficienza delle organizzazioni, sarebbe utile erogare alle neomamme un contributo mensile da destinare alle spese per l’asilo nido e promuovere una formazione continua. Nonostante i pregi fin qui elencati e le misure da adottare per le aziende, permangono disparità economiche, valutate mediamente al 15%, legate a differenze di genere (evidenziate dal 75.2% del campione) e soltanto il 12% delle donne frequenta corsi d’aggiornamento.
A cura di Laura Bonani
