Franchising: ecco il test per scoprire il candidato giusto

Data

nov 09, 2010

Uno studio presentato da Siseco in occasione del 25° Salone del franchising di Milano permette di identificare i candidati che possiedono le caratteristiche giuste per la buona riuscita dell’attività commerciale
Come selezionare i candidati ad aprire un negozio in franchising? Come valutare chi avrà successo e chi, invece, chiuderà i battenti in pochi mesi? Uno strumento per valutare gli aspiranti franchisee è stato presentato al 25° salone del franchising di Milano da Andrea Albanese, channel & alliance manager di Siseco, Demetrio Macheda del Centro Universitario Internazionale, Antonio Andreoli di Lavoro e formazione. «Grazie alla combinazione tra strumenti di Information technology applicati alle risorse umane per l’impresa, siamo riusciti a mettere a punto un test di autovalutazione da eseguire via web che aiuta a delineare le caratteristiche di chi già lavora nel settore con buoni risultati» afferma Albanese di Siseco.
Il mercato del franchising non conosce battute d’arresto: secondo il rapporto Assofranchising del 2009, il giro d’affari generato dagli 869 “marchi” attivi in Italia, ha superato i 21 miliardi di euro, ha dato lavoro ad oltre 180mila addetti occupati in oltre 53 mila punti vendita. Ma oggi più di ieri si avverte l’esigenza di selezionare con attenzione i partner a cui affidarsi, per evitare un fallimento: «Uno dei problemi principali sia di chi vuole aprire un negozio con un marchio in franchising (franchisee) sia dell’imprenditore proprietario del marchio (franchisor) è trovare soggetti affidabili per avviare su basi stabili una iniziativa commerciale - prosegue Albanese -. Per questo abbiamo realizzato un test che permette di identificare le caratteristiche e le competenze che il franchisor dovrebbe ricercare nel “candidato al franchisee”, diminuendo i tempi e i costi di selezione, migliorando il rapporto tra numero affiliati avviati e numero affiliati chiusi e avviando percorsi mirati di formazione e assistenza per permettere ai franchisee di avviare e gestire con successo una filiale. Lo studio permette anche di individuare le potenzialità che il “candidato franchisee” dovrebbe presentare per diventare un franchisee di successo».
Il questionario sottoposto è un test di personalità Skill View di autovalutazione dell’intelligenza emotiva e delle soft skills, realizzato dal 2001 da Giuseppe Sartori dell’Università di Padova e da Demetrio Macheda.
L’indagine è stata condotta on-line tra 131 soggetti appartenenti alle categorie di franchisor, franchisee e candidato franchisee, con l’obiettivo di delineare il profilo di personalità e le competenze di successo delle figure del franchisor e del franchisee: «La tecnologia applicata al test di autovalutazione permette di raccogliere ed elaborare dati per tracciare un profilo della persona ricercata, aiutando così a snellire i processi di selezione. In altre parole, il test vuole aiutare chi cerca nuovi affiliati a selezionare quelli che presentano già una predisposizione alla buona riuscita dell’attività» aggiunge Albanese.
Secondo quanto emerso, chi apre un negozio in franchising è socievole, comunicativo e in grado di comprendere i bisogni altrui. I franchisee inoltre risultano competenti nelle aree di comunicazione, innovazione e problem solving; hanno bassi punteggi in stabilità e prudenza e un alto punteggio di immaginazione. Sono poco portati a iniziare autonomamente nuove attività, tendono ad agire in maniera poco riflessiva ma hanno una forte immaginazione e originalità di pensiero.

Al contrario, i franchisor non sono molto influenzati dalle emozioni altrui e tendono di conseguenza a basarsi su dati oggettivi e a essere imparziali quando prendono decisioni. I titolari del marchio preferiscono lavorare individualmente ed evitare le situazioni di socializzazione. Sono forti nelle aree di direzione, fiducia in se stessi, motivazione ed efficacia personale.
Il franchisor crede nell’innovazione, ha un’ottima capacità di problem solving e ama lavorare da solo.
I motivi che portano alla chiusura dei negozi degli affiliati, secondo i franchisor, sono mancanza di competenze dell’affiliato, limitate risorse finanziarie, debole rapporto tra franchisee e franchisor in termini di assistenza e comunicazione, inadeguatezza della sede dell’attività.
I franchisor hanno un livello di scolarizzazione più alto (nella maggioranza dei casi una laurea specialistica) rispetto a franchisee e candidati franchisee (che invece hanno conseguito diploma di scuola media superiore o inferiore).