FRANCHISING: confronto sulle priorità di intervento e conclusioni

Silvio Zannoni

Data

set 10, 2012

Le diverse prospettive

La tabella riassume le priorità degli interventi chiesti, per ogni voce, da Franchisor, Candidati all'affiliazione e dagli imprenditori già attivi. Il 53,7% dei Franchisor chiede come prima istanza una riduzione degli ostacoli burocratici, così come lo chiede la metà dei rispondenti Franchisee (50,3%). Tra le priorità anche la richiesta da parte del 55,5% dei Franchisor di agevolazioni statali per chi si mette in proprio. Esigenza meno sentita, invece, dei potenziali franchisee che la richiedono per il 41,1%.

Conclusioni

Il sistema franchising italiano durante questi due anni di crisi mondiale dei consumi è riuscito solo in parte a sovvertire le grandi leggi dell’economia: la modifica dei comportamenti di acquisto del consumatore, la maggiore difficoltà di accesso al credito, la valenza della marca, ecc. 

Dal sondaggio emergono diverse affinità tra la visione dei franchisor e quella dei franchisee nell’individuazione dei macro problemi che affliggono il comparto. In prima battuta va segnalato che il problema principale per lo sviluppo del comparto è la difficoltà di accesso al credito: lo è sia per il 70% dei franchisor sia per quasi il 70% dei franchisee. La loro proposta è che il legislatore sensibilizzi gli istituti di credito a sostenere finanziariamente una formula commerciale che, trasversalmente rispetto ai settori merceologici, ha già dato prova di sapere crescere nonostante le difficoltà del mercato.

Altro fattore critico segnalato da entrambe le categorie è la mancanza di informazioni chiare e la conseguente richiesta di consulenza: franchisor e franchisee chiedono consigli, suggerimenti e supporto per orientarsi nei meandri della burocrazia legata allo start up e alla gestione dell’impresa e per l’accesso agli strumenti di finanza agevolata. I franchisor premono per l’apertura di sportelli dedicati nelle CCIA che aiutino a muoversi nel labirinto delle burocrazie. Dal canto loro i franchisee confidano nella CCIA e chiedono allo stesso tempo consulenze gratuite delle camere di commercio a imprenditori per individuare fondi pubblici a cui accedere. A ciò si collega anche una scarsa informazione da parte dei franchisee su iniziative che facilitano l’avvio di una nuova attività: quasi la metà dei rispondenti non conosce cosa sia la Scia né la clausola contenuta nell’art.3 DL 1/2012 che consente ai giovani fino ai 35 anni di aprire una srl con un capitale di 1€. Si parla di giovani e delle loro difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, ma poi non si adottano misure efficaci e veloci per veicolare le informazioni agli stessi: basterebbe avviare una campagna di comunicazione, anche attraverso l’online e i social network, per diffondere le novità introdotte dal Governo.

Il franchising merita maggiore considerazione per le sue capacità di tenuta rispetto ad altri mercati. Per il contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per le scelte gestionali evolute. Per la rapidità nella definizione delle nuove strategie e per le capacità di execution. 

Per questo auspichiamo in un riconoscimento della sua formula. Rispetto e fiducia che devono arrivare da parte di tutti: istituzioni centrali e locali, banche e istituti di credito, media.