Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
In Cina si sta assistendo ad una notevole espansione
dell’e-commerce sia nelle città cosiddette di “primo livello”
(Pechino, Shanghai e Guangzhou) sia nelle altre città di secondo,
terzo e quarto livello.
Tra i fattori dello sviluppo dell’e-commerce vi sono
senz’altro:
Fattori, invece, che preoccupano chi acquista on-line sono:
Tra i “giganti” dell’e-commerce in Cina ci sono, ad esempio: Taobao.com (Consumer to Consumer “C2C”) e Tmall.com (Business to Consumer “B2C”) del Gruppo Alibaba, 360buy.com (jd.com), yihaodian.com. A distanza segue un “gigante” occidentale Amazon.cn con una percentuale soltanto del 3% del mercato online.
Società per fare e-commerce in Cina
In Cina, per vendere prodotti on-line è necessario costituire
una società il cui oggetto sociale comprenda “vendita al dettaglio”
oppure, in mancanza di “vendita al dettaglio”, contempli
espressamente “vendita on-line”.
Da un punto di vista dei requisiti e approvazioni necessarie, c’è
una differenza importante tra la vendita on-line di prodotti propri
(dove per “propri” si intende di proprietà) e la costituzione di
una piattaforma on-line dove terzi possano aprire i loro negozi
virtuali per la vendita dei loro prodotti. E’ il caso, ad esempio,
di Tmall (www.tmall.com) e 360buy.com.
Vendita on-line di prodotti propri
Per la vendita on-line di prodotti propri, può essere costituita:
Società per la vendita al dettaglio e on-line
Una società commerciale il cui oggetto sociale comprenda
“vendita al dettaglio” può anche fare vendita on-line perché la
definizione legislativa di vendita al dettaglio include anche
“vendita on-line”. Esempi molti noti sono Zara e
Uniqlo i cui prodotti sono venduti in negozi e, via
internet, sui siti monomarca: www.zara.cn e www.uniqlo.cn
Un esempio, invece, di una società commerciale che vende anche
on-line prodotti di abbigliamento di varie marche è:
www.mixr.cn
Va detto che, se l’oggetto sociale comprende “vendita al
dettaglio”, la società deve anche avere un negozio “fisico” da
utilizzarsi come punto vendita o showroom (per esempio per prodotti
di abbigliamento).
La presenza di uno o più negozi sul territorio è molto importante
per il consumatore, e per quello cinese in particolare,
perché:
Società per la sola vendita on-line
Se, invece, non si intende aprire un negozio (e quindi si preferiscono evitare i costi connessi all’affitto di un locale, al personale ecc.), l’oggetto sociale della società commerciale dovrà comprendere espressamente “vendita on-line”. In questo caso, il progetto di costituzione della società dovrà essere approvato da un’autorità di livello più alto rispetto a quella competente per le società autorizzate al commercio al dettaglio. Si tratta del dipartimento del Ministero del Commercio a livello di provincia oppure, per città come Pechino, Shanghai, Tianjin e Chongqing, a livello di municipalità.
Registrazione ICP
Quale sia il veicolo sociale prescelto, il sito internet per la promozione e vendita dei prodotti dovrà essere registrato con il dipartimento locale del Ministero dell’Industria e dell’Informatica (si tratta della c.d. registrazione ICP, “Internet Content Provider”).
Costituzione di una piattaforma per la vendita on-line di prodotti di terzi
Più complessa è invece la creazione di una piattaforma per la
vendita on-line di prodotti di terzi. Il legislatore cinese
definisce questo tipo di servizi come “value-added telecoms
services” (VATS).
Una società che fornisca VATS è soggetta a due ordini di
restrizioni:
Per vendere prodotti di terzi, viste le difficoltà per le
società a capitale straniero ad ottenere le necessarie approvazioni
(in particolare la licenza VATS), alcuni investitori stranieri
utilizzano società al 100% cinesi con cui hanno accordi
contrattuali di vario genere. Si tratta delle c.d. strutture VIE
(Variable Interest Entities) in cui il controllo della società
domestica titolare delle licenze per la vendita on-line è ottenuto
non attraverso la detenzione di quote ma con vincoli di tipo
contrattuale. Trattandosi però di strutture d’investimento che, di
fatto, aggirano divieti legislativi, c’è sempre il rischio di
contestazioni da parte delle autorità e, nei casi più gravi, di
richiesta da parte delle stesse di risolvere tutti gli accordi
contrattuali tra l’investitore straniero e la società domestica
ponendo quindi fine alla struttura VIE posta in essere.
Aspetti marketing
Probabilmente, dal punto di vista del marketing, l’approccio
migliore è quello di utilizzare, allo stesso tempo, molteplici
modalità di promozione e vendita, alcune on-line, altre off-line.
Queste potrebbero essere:
Adidas è un esempio di approccio al mercato cinese attraverso molteplici canali di vendita:
Conclusioni
Per una società italiana, quindi, che intenda vendere on-line i “propri” prodotti in Cina (per esempio prodotti alimentari o abbigliamento), l’opzione potrebbe essere costituire una società commerciale avente un oggetto sociale con “vendita al dettaglio” oppure “vendita on-line”. Questa società potrebbe essere registrata in una zona franca doganale (per questioni di magazzino, confezionamento, etichettatura, ecc.) e avere (fuori dalla zona franca doganale) anche uno o più negozi da utilizzarsi come punti vendita o showroom.