Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
PERCHÉ, QUANDO, COME E DOVE ESPORTARE UNA FRANCHISE
I più importanti Paesi dell'Unione Europea - Germania, Francia e
Italia - mostrano come l'economia europea sia dipendente
soprattutto dalle esportazioni e da una ripresa del commercio
mondiale.
Riteniamo, quindi, che la comunità del franchising italiano possa
oggi guardare con più ottimismo, rispetto al recente passato, ad
un'espansione delle franchise nazionali, non solo nell'Europa
continentale, ma anche nei futuri Paesi dell'Europa allargata.
A questo proposito, ai molti imprenditori interessati ad
un'espansione all'estero, siamo soliti richiedere a quale stadio di
ciclo di vita si trova la loro franchise. Normalmente,
raccomandiamo l'inizio dell'espansione all'estero, quando la
franchise ha raggiunto un'adeguata copertura del mercato
nazionale. Nonostante ciò, abbiamo molti esempi di reti di
franchising che, anche se poco radicate nel territorio nazionale,
sono presenti in modo consistente in molti continenti: dalle
caffetterie all'abbigliamento, dalle pizzerie ai parrucchieri per
signora, anche se i motivi di quest'espansione all'estero sono
motivati da varie considerazioni o ragioni tecniche, operative e di
conoscenza delle opportunità offerte da molti mercati esteri. Ad
esempio, è più facile aprire delle caffetterie nei mercati esteri
che in Italia, per le note problematiche amministrative, dure da
morire nel nostro Paese.
Un'espansione all'estero può sicuramente riuscire con successo
quando la franchise italiana rappresenta un settore "tipico"
italiano. Pensiamo alla ristorazione tipica mediterranea,
all'abbigliamento, ai prodotti tipici alimentari, ai prodotti di
design italiano, ecc. Non possiamo certamente qui elencare le
centinaia di prodotti richiesti dall'estero, anche in
considerazione dei milioni di italiani o di origine italiana in
moltissimi Paesi distribuiti nel globo terrestre.
Una raccomandazione che facciamo a chi decide di espandersi
all'estero è quella di valutare se i prodotti o i servizi
offerti nei punti vendita sono facilmente commercializzabili nei
Paesi esteri. Se, ad esempio, un concept di ristorazione è
esportato in un Paese dove le materie prime non sono facilmente
reperibili, il franchisor è in grado di adattare i menu alle fonti
di rifornimento locali? Il franchisor è conscio che ciò potrebbe
far perdere "l'identità italiana" del concept? In alternativa, il
franchisor italiano è in grado di trasferire le materie prime nel
mercato estero? A quale costo? Con quali risultati dal punto di
vista qualitativo?
Prima di esaminare l'opzione estera dell'esportazione della
franchise, suggeriamo di preparare tutta la documentazione
necessaria per "vendere" all'estero la franchise. Ci riferiamo qui
alla Manualistica studiata per il progetto di franchising nel
mercato domestico e poi sperimentata nel Paese di destinazione. Se
nella franchise vi sono degli aspetti tecnici da conoscere, è stato
predisposto il Manuale Tecnico? I Corsi di formazione iniziali sono
esplicitati in documenti ad hoc? Il Manuale dell'Immagine è
adattabile all'estero? Sarà accettato dai gusti e consuetudini
locali? Anche se redatta in lingua italiana, la Manualistica sarà
comunque tradotta nelle lingue dei vari Paesi a cura degli
investitori/operatori/imprenditori e adattata, se del caso, agli
standard locali. E' importante far comprendere agli imprenditori
italiani che con il franchising si presuppone il trasferimento di
un concept di attività e non semplicemente la vendita di prodotti,
anche se presentati con un format accattivante.
Altro documento da preparare è il Contratto di Master
Franchising da proporre ai candidati esteri: questo è uno
strumento che deve essere realizzato da validi Consulenti legali e
di marketing con esperienza internazionale.
Il secondo punto da considerare è l'accettabilità del
marchio/insegna da parte del Paese importatore della
franchise. Sono tantissimi i casi di marchi italiani che hanno
significati non proprio invitanti e che non sono propriamente
dichiarabili o proponibili per via di doppi sensi percepiti dalle
varie lingue e dai vari contesti culturali. Ecco perché è
necessario fare una ricerca sui marchi/insegne nei Paesi target
della espansione.
Vale la pena di ricordare che, prima di iniziare l'espansione
all'estero, è necessario procedere alla protezione dei
marchi attraverso la registrazione del marchio/insegna nei
Paesi target. Per i Paesi dell'Unione Europea esiste la
registrazione europea: per far questo è necessario rivolgersi ad
uno Studio Marchi e Brevetti che si possono occupare di tutto. Si
può procedere anche alla registrazione nei principali Paesi del
mondo, ma è evidente che una tale operazione è costosa e può essere
conclusa dopo avere verificato l'accettabilità della franchise nei
principali mercati.
In terzo luogo, per stilare un elenco dei Paesi target, è opportuno
valutare la fattibilità dell'esportazione della franchise in quei
mercati dove vige una regolamentazione del franchising.
Francia e Spagna sono i due Paesi europei che hanno una legge che
regola l'offerta di franchising ai potenziali affiliati. E'
necessario, quindi, farsi assistere da Consulenti con sede nei vari
Paesi target. Consulenti stranieri, meglio se appartenenti a
circuiti di società di consulenza - come l'International Franchise
Consultant Network (IFCN) - possono essere sicuramente utili nel
senso da noi indicato.
Da ultimo, una raccomandazione. Per programmare l'esportazione
di una franchise è necessario disporre di personale pratico di
queste operazioni. Se queste "skills" non sono reperibile
nell'azienda del franchisor è necessario ottenere validi pareri da
esperti attraverso "l'outsourcing". Ancora una volta consigliamo di
raggiungere un accordo di assistenza da parte di Consulenti
internazionali operativi nei vari Paesi d'interesse.
In quali Paesi è consigliabile iniziare l'espansione? Inutile
dire che il nostro suggerimento è quello di affrontare, in primo
luogo, i mercati europei. Una certa uniformità di cultura,
stili di vita abbastanza simili, consumi uniformi, consigliano la
scelta europea. Sicuramente i franchisor italiani ricevono molte
richieste dall'estero, magari da parte di italiani residenti in
Paesi lontani ed anche esotici: la nostra raccomandazione è di
pianificare lo sviluppo estero sulla base di fatti concreti e senza
farsi consigliare dalle più strane suggestioni.
Il franchising è una modalità d'ingresso in nuovi mercati
esteri. Esso rappresenta una forma particolare di
trasferimento, dal franchisor agli imprenditori del Paese
considerato, di strumenti tecnici e commerciali: know-how, prodotti
o servizi, esperienze, ecc.
Il progetto di franchising da trasferire all'estero può essere
realizzato in modalità assai differenti che variano in base al
ruolo che il franchisor vuole svolgere. Seguendo una prassi ormai a
lungo sperimentata, si possono identificare le seguenti soluzioni
d'intervento:
• Franchising Diretto
In questo caso il franchisor ricerca, nomina, addestra e assiste direttamente i franchisee in un determinato Paese. Questa modalità richiede un investimento minimo da parte del franchisor, ma rischia far perdere il contatto con il mercato reale. Molto spesso l'operazione di franchising è completato con la nomina di un agente/rappresentante locale, soprattutto quando il mercato è limitato ed è vicino alla sede del franchisor.
• Filiale di Vendita
Questa modalità, che si concretizza con l'apertura di un ufficio commerciale, è un'emanazione diretta del franchisor per assicurare servizi di assistenza, erogare programmi di addestramento, ecc.
• Investimento diretto
In questo caso, il franchisor stabilisce una propria attività all'estero sotto forma di punto vendita che controlla direttamente. Questa forma di entrata in nuovi mercati è solitamente adottata quando l'azienda non è in grado di individuare un valido franchisee oppure desideri mantenere una stretta supervisione sulle attività internazionali. Molto spesso l'Azienda, in un secondo momento, è disponibile a cedere in franchising a terzi questo punto vendita.
• Master Franchising
Si ha quando un individuo od una società sono nominati “master
franchisee” in un determinato Paese allo scopo di sviluppare il
mercato con il brand, i metodi operativi e gli standard di qualità
del franchisor. Questa è la modalità più diffusa nei mercati
mondiali.
Molto spesso i franchisor, per sviluppare le proprie attività in
grandi Paesi, anziché ricercare un unico Master nazionale, si
affidano ad operatori regionali, responsabili per una o più aree di
un Paese, nominando così Franchisee Regionali (ad esempio: Italia
del Nord, Italia Centrale e Italia meridionale).
Il franchising rappresenta una modalità di entrata su nuovi
mercati a basso costo, che nel tempo produce un flusso costante di
introiti per il promotore dell'insegna. Rappresenta una forma di
organizzazione fortemente decentralizzata e vicina al mercato, che
al contempo non impedisce il costituirsi di un'unità centrale per
lo sviluppo "dell'intelligenza aziendale".
Consente di stimolare un alto coinvolgimento presso le unità locali
di vendita poiché, a differenza del distributore, il franchisee ha
probabilmente investito propri capitali nel punto vendita.
Il franchising si presenta, quindi, come uno strumento molto
rapido e flessibile di penetrazione nei mercati esteri ed è una
modalità che è sempre più utilizzata nel mondo che si avvia alla
globalizzazione.