Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
Punti di forza e di debolezza del comparto analizzati da una ricerca Nielsen per Confimprese Lab
Milano, 9 novembre 2012 – I consumatori premiano il franchising.
Anche in tempi di crisi. E sullo scacchiere del commercio moderno a
catena si muovono con dinamismo, riconoscendo che il rapporto
qualità/prezzo, l’offerta molto specializzata, le offerte
promozionali e il personale qualificato sono gli asset vincenti dei
negozi in franchising, i suoi elementi di riconoscibilità. Sono
questi i dati principali della ricerca ‘Riconoscibilità delle
catene franchising per il consumatore’ presentata al Salone
F&T da Confimprese e realizzata da Nielsen per Confimprese
Lab, osservatorio sul retail nato un anno fa.
«Nonostante l’83% degli italiani ritenga non buono o pessimo lo
stato delle proprie finanze personali e il 35% dichiari di voler
risparmiare (dati Nielsen per Confimprese Lab) – chiarisce Mario
Resca, presidente Confimprese –, i consumatori premiano le
catene in franchising, in cui riconoscono la validità della formula
distributiva. Sempre più esigenti e competenti e stando bene
attenti a vagliare le diverse opportunità di offerta prima
dell’acquisto finale, i consumatori individuano anche le debolezze
del comparto, quali un’offerta spesso troppo standardizzata. Ciò
nonostante il 56% dei clienti dei negozi in franchising non ha
modificato le propri abitudini di visita nonostante la crisi. E ne
ha premiato le potenzialità: il 60,7% dichiara, infatti, che i
negozi in franchising sono una garanzia soprattutto quando si
trovano in luoghi sconosciuti».
Anche il calo del potere d’acquisto delle famiglie, l’incertezza
sul futuro prossimo e i nuovi stili di vita spiegano le attuali
scelte di consumo e di risparmio degli italiani. «Clienti sempre
più consapevoli e razionali Italiani – spiega Romolo De Camillis,
retail director Nielsen – hanno messo sotto la lente
d’ingrandimento il rapporto qualità prezzo di beni e servizi e le
aziende devono continuare a investire in maniera sempre più mirata
per conquistarsi il favore dei clienti. Dall’indagine di mercato
che abbiamo realizzato per Confimprese emerge, tra i vari punti di
forza del franchising, l’importanza dei negozi che operano con
questa formula i quali, anche in tempi difficili, mantengono
un’elevata frequentazione da parte dei clienti. Un punto di
forza su cui investire ulteriormente per continuare a migliorare la
qualità del servizio e costruire un’offerta di maggior valore».
I RISULTATI DELLA RICERCA
I punti vendita più frequentati sono quelli di ristorazione e
abbigliamento: oltre l’80% del campione dichiara di aver
frequentato negli ultimi 12 mesi le catene degli stessi. I
centri commerciali sono punti nevralgici: l’84% dei clienti
della ristorazione in franchising frequenta i punti di ristoro che
si trovano al loro interno. Percentuale che si attesta al 94% per i
negozi di abbigliamento, al 67% per la casa e complementi d’arredo,
al 71% per le librerie e scende al 46% per la cura della persona.
Gli studi per la cura della persona maggiormente frequentati si
trovano invece nelle zone periferiche o nei centri storici della
città.
Diversa la situazione per i centri storici, dove le catene
registrano una minore frequentazione pari al 60% per le
librerie, al 43% per la casa arredo, al 40% per la cura persona e
al 30% per ristorazione e abbigliamento. In questa area il
consumatore può anche propendere per l’acquisto nei punti vendita
del commercio tradizionale.
«Questo potrebbe essere lo spunto per le catene per guardare con
maggiore attenzione allo sviluppo delle proprie aperture anche nei
centri storici, dove è chiaro come ci siano ancora clienti da
conquistare – osserva Resca –. Il franchising dalla sua ha la forza
del marchio e indubbi vantaggi operativi, in particolare le
economie di scala sugli acquisti, dove la catena ha un peso
contrattuale impossibile per il singolo dettagliante. A ciò si
aggiungono la logistica, la formazione, gli investimenti
informatici».
Quanto al grado di soddisfazione, a registrare la maggior
quota di soddisfatti sono le librerie (70%) dove, nonostante
il 16% dei consumatori lamenti una bassa qualità del servizio, si
ha una forte compensazione dovuta alla bontà delle iniziative
promozionali e all’amplia offerta di prodotti affini. Buono
l’andamento anche nell’abbigliamento (62%) e nella casa
arredo (63%). La realtà in franchising che non eccelle è il
settore della cura della persona (46%). La soddisfazione della
ristorazione, nonostante raggiunga livelli maggiori (52%) rispetto
alla cura della persona, raccoglie consensi più moderati: solamente
l’1% si ritiene molto soddisfatto.
In tre settori, ristorazione (58%), casa arredo (47%) e cura
persona (36%) ad aggiudicarsi il primo posto nel ranking dei punti
di forza si posizionano i prezzi competitivi. Al secondo posto la
presenza di un’amplia offerta è percepita con un plus vincente dal
47% del campione di casa arredo e dal 34% della ristorazione.
Nell’abbigliamento l’amplia offerta è al primo posto con il 53%,
mentre nelle librerie la maggiore attrattività è rappresentata
dalle iniziative promozionali (47%) e in seconda battuta ma a
brevissima distanza dall’amplia offerta (44%).
Fatta eccezione per le librerie in franchising, dove bassa qualità
del servizio e pochi spazi dedicati alla lettura rappresentano i
primi punti di debolezza con il 16% dei rispondenti per entrambe le
voci, per tutti gli altri settori analizzati l’offerta
standardizzata e poco elastica viene percepita come un elemento di
debolezza delle catene.
Al secondo posto troviamo la bassa qualità del servizio/assistenza
del personale per l’abbigliamento (16%), per la casa arredo (14%).
Il 30% frequentatori dei punti di ristoro lamenta, invece,
l’assenza di prodotti locali e il 21% degli studi per la cura
persona l’offerta rigida e limitata.
«Il 61% della nostra base associativa, composto da primari
retailer, fa franchising – conclude Resca –, il tutto a riprova del
valore intrinseco riconosciuto dagli operatori di tale formula
distributiva. Oltre a generare nuova occupazione tra i giovani,
offre l’opportunità di ricollocamento alle risorse fuoriuscite
volontariamente o meno dal mondo del lavoro, il tutto in condizioni
di maggiore sicurezza rispetto all’avvio di un’attività
imprenditoriale in autonomia. La ricerca Nielsen è, dunque, lo
spunto per ribadire la nostra posizione al Governo, cui da anni e
senza risposte concrete chiediamo un riconoscimento ufficiale del
franchising, che necessita di snellimento della burocrazia e
maggior facilità di accesso al credito».
Laura Galdabini
Ufficio Stampa
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l.galdabini@confimprese.it