Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
“This life is yours. Take the power to choose
what you want to do and do it well. (…)
Take the power to control your own life.
No one else can do it for you.”
(Susan Polis Schultz, poetessa americana)
I dati recenti parlano chiaro: in Italia una donna su due ha
problemi di lavoro. Per contro, si moltiplicano le ricerche
sulla valorizzazione di una leadership al femminile, fenomeno non
semplicemente di moda che evidenzia la positività nello sviluppo
del cosiddetto fattore D, innegabilmente costretto fra un soffitto
di vetro – gli alti vertici si raggiungono difficilmente - e un
pavimento appiccicoso, legato agli stereotipi ‘casalinga e donna
oggetto’. Del resto, sono decenni – già dagli anni Ottanta – che le
società di ricerca evidenziano il modello lavorativo femminile
improntato sulla ciclicità: percorsi che si aprono e si chiudono. E
non solo in USA si parla di due o tre carriere nell’arco di una
vita… Il concetto stesso di multi-tasking è prerogativa decisamente
femminile, che allena a una buona duttilità anche nelle scelte di
lavoro.
Bene, in tutto ciò la crisi economica mondiale può essere lo spunto
per cambiare vita. Anche qui, ancora una volta in prima linea la
donna. Dal 2000 al 2009 – lo conferma AIDDA Lombardia (Associazione
Imprenditrici e Donne Dirigenti D'Azienda) – si è passati dal 20%
al 25% di aziende al femminile, una su quattro. E sempre in
Lombardia, giusto a caso, le donne costituiscono il 55,7% dei
laureati, mentre diverso è il quadro nel mondo del lavoro: in
provincia nel 2009 corrispondevano solo al 44% degli occupati. A
livello nazionale, invece, Unioncamere osserva che fra giugno 2009
e giugno 2010, ossia durante il periodo più difficile della crisi,
le imprese in rosa sono aumentate di circa 29mila unità (+2,1%),
arrivando a circa 1 milione 421 mila: l’ imprenditrice tipo ha 54
anni di media, forti aspettative professionali, è spesso
meridionale e si mette in gioco per scelta, preferibilmente nella
dimensione “micro” e in particolare nei servizi.
Franchising come investimento e anche come opportunità per
cercare impiego: commesse, cassiere, magazziniere, direttrici di
punti vendita, responsabili area …
Sul ‘femminile’ si fanno studi e si elaborano stime, non esistono
però numeri certi.
Nel 2005 l'International Franchise Association (l'organizzazione
più antica e più grande del mondo nell’ambito franchising, fondata
a Washington nel 1960) stimava che la percentuale di donne nel
franchising negli U.S.A. era pari al 25% e che questa percentuale
non includeva un altro 17% delle attività in cui uomini e donne
operavano come partner nell’unità di vendita.
Sempre negli Stati Uniti, la Small Business Administration (gateway
elettronico di informazioni sugli appalti per e sulle piccole
imprese), oggi in fase di rilevamento di dati sulle donne nel
franchising, aveva già messo in evidenza che di tutte le imprese di
franchising avviate tra il 1975 e il 2000 il 10% era gestite da
donne.
In base al rapporto 2009 sul Franchising in Italia (fonte:
Associazione Italiana del Franchising), le donne rivestono ruoli di
spicco nella gestione di negozi (abbigliamento, accessori, intimo,
cosmetici, gioielli, pelletteria, prodotti dietetici) e di servizi
(parrucchieri, centri fitness e bellezza, infanzia…). Imprese che
rappresentano complessivamente il 32% del numero totale delle
franchise operative in Italia - 900 insegne- e il 26% del fatturato
totale dell'industria italiana del franchising. Non solo, le donne
si stanno aprendo a settori innovativi, come il lavoro da casa e il
web marketing.
“Sono finiti i giorni in cui le donne erano relegate a gestire
in franchising attività tipicamente femminili”, sostiene
Giuseppe Bonani, coautore del volume in uscita a febbraio 2011,
edito da Franco Angeli, dal titolo “Il franchising: una formula di
successo per la tua impresa. Come creare, lanciare e gestire una
rete di vendita in franchising”, tra i massimi esperti italiani del
settore. “Oggi hanno sicuramente maggiori opportunità, rispetto
al passato. Oltre alla stessa SBA, organizzazioni come i Centri
delle Donne in Affari, ad esempio, realizzano workshop, seminari,
programmi di consulenza e offrono possibilità di finanziamento.
I franchisor, a loro volta, sono molto più attenti nella ricerca
di donne da inserire nell’ambito dei propri sistemi commerciali
e per questo lavorano in stretta collaborazione con sviluppatori di
franchising, con partner nei settori pubblicità e marketing, ed
esigono che il proprio personale interno individui il modo migliore
per raggiungere le donne potenzialmente interessate a
candidarsi”.
Non è un caso che a presiedere la Federazione Italiana Franchising,
ramo dedicato di Confesercenti, sia una donna, Patrizia de
Luise.
Come non è casuale che anche nelle fiere di settore le donne
vogliano la loro parte, decisamente in salita in termini di
visitatrici ed espositrici.
Esempio di intraprendenza al femminile nel settore franchising, Paola Caruana con il suo Energy Point. Italo americana, classe 1961, laurea in marketing e master in Business Administration a San Diego (USA), vive e lavora a Roma e ha ideato il primo franchising nel fitness in Italia codificato da una donna. Tre misure per affiliarsi al suo brand: small, medium e large (40, 60, 80mila euro) in relazione alla dimensione della struttura, a partire da 30/50 mq, preferibilmente su strada. Il pacchetto chiavi in mano comprende l’allestimento con gli Energy Tapis, la corporate identity con materiale pubblicitario e definizione del pricing, compresa la certificazione di istruttori e manuali. Il pubblico finale entra e fa lezione a partire da 10 euro (www.energyroma.com).
Ulteriore testimonianza femminile è fornita da Gaelle
Fonvielle.
Francese di nascita, classe 1979, laurea in giurisprudenza e
scienze politiche e master in relazioni internazionali, in Italia
dal 2004 per scelta di vita, è dal 2008 responsabile della
riorganizzazione della rete italiana del brand TICKET COM,
nato in Francia dieci anni fa per utilizzare il retro degli
scontrini di supermercati e ipermercati come veicolo pubblicitario.
Donna, giovane, straniera è riuscita a guadagnarsi la giusta
credibilità per affiliare sei franchisee, tutti uomini, a eccezione
di un’altra giovane esponente al femminile in Calabria. Il fee di
ingresso varia sulla base della popolazione: dai 4mila euro di
Cosenza ai 15mila di Milano + il 5% di royalties al mese. Vantaggio
della scelta di Gaelle, mamma di un bimbo di due anni, la
possibilità di lavorare da casa con orario ‘part time’ gestito in
autonomia, tranne che per le trasferte di formazione degli
affiliati, e conciliare così lavoro e famiglia.