Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
Alla fine del 2002 due giovani imprenditori piemontesi, Guido
Martinetti e Federico Grom, con una somma di poche decine di
migliaia di euro (32.500 per la precisione) a cui si sono aggiunti
i prestiti dei loro genitori e un finanziamento bancario di 60.000
euro, hanno deciso di aprire una gelateria a Torino e nel maggio
del 2003 ha fatto la sua comparsa nell'elegante centro storico del
capoluogo il primo Grom (questa la denominazione data
all'attività). La filosofia a cui si ispiravano e si ispirano
tuttora i due fondatori appariva quasi rivoluzionaria: solo
ingredienti genuini e di stagione prodotti preferibilmente con
agricoltura biologica e nessun conservante e additivo di origine
chimica, persino l'acqua utilizzata per preparare i loro prodotti
non è un'acqua qualsiasi, ma proviene dalle fonti di Lurisia, noto
centro del Cuneese. Insomma una scelta produttiva decisamente bio e
all'insegna del motto "il gelato come si faceva una volta" che ha
riscosso un immediato successo.
In pochi anni i punti vendita si sono diffusi in molte città del
centro nord e nel 2007 Grom ha varcato gli italici confini
sbarcando dapprima a New York e in seguito a Parigi, Tokyo, Osaka e
Malibu e tuttora la catena conta 45 gelaterie in Italia e 10
all'estero (a New York sono presenti 3 punti vendita e a Tokyo
4).
Così come le gelaterie si sono moltiplicate, anche l'offerta di
prodotti è andata allargandosi comprendendo anche affogati,
granite, frappé e cioccolata calda e, ultimi arrivati, ci sono i
biscotti Grom che si ispirano alle antiche ricette regionali
italiane. Nel frattempo la catena è divenuta anche produttrice di
alcuni degli ingredienti utilizzati per la preparazione dei gelati
e degli altri golosi alimenti che vengono commercializzati. La
società ha infatti acquisito nel corso degli anni alcuni terreni
nell'Astigiano dove coltivare alberi da frutto e attualmente
possiede 17 ettari che riescono a soddisfare le richieste di gran
parte delle gelaterie.
La catena di gelaterie è strutturata come un'unica
industria: la prima fase produttiva avviene esclusivamente in
un grande stabilimento dove vengono miscelati gli ingredienti, i
preparati vengono poi surgelati e inviati presso le diverse
gelaterie dove viene operata l'ultima fase della lavorazione.
Secondo i due fondatori questo è l'unico modo per garantire
un'omogeneità del prodotto e di mantenerlo ad altissimo
livello.
Chi volesse approfondire la conoscenza di questa azienda e della
sua filosofia di produzione e vendita può visitare il sito
www.grom.it dove vengono illustrati anche tutti gli ingredienti che
entrano a far parte dei loro deliziosi alimenti.
Se Grom si vanta di essere una gelateria come quelle di una volta,
durante quest'ultimo periodo si è però innescata una piccola
polemica suscitata da un articolo apparso su "Il fatto
alimentare" a firma di Roberto La Pira in cui si contesta ai due
imprenditori piemontesi di utilizzare almeno in parte alcuni degli
ingredienti, come i coloranti, che essi dichiarano di non aver mai
preso in considerazione. La risposta di Martinetti di Grom non si è
fatta attendere e chi volesse addentrarsi in questa diatriba sulla
genuinità del prodotti della catena piemontese non deve far altro
che dare un'occhiata a
www.ilfattoalimentare.it.grom-il-gelato-senza-additivi-migliore-del-mondo-la-storia-non-e-proprio-cosi-secondo-noi-si-tratta-di-pubblicita-scorretta.html
e quindi
www.ilfattoalimentare.it.guido-martinetti-risponde-accuse-senza-additivi-gelato-avanzate-il-fatto-alimentare.html.
A parte alcuni punti all'inizio dell'avventura Grom, i due soci fondatori per il momento non sono interessati ad aprire punti vendita in franchising e preferiscono aprirli direttamente. Da poco Illy è entrato nel capitale di Grom, con una piccola quota (5%), ed avrà un ruolo importante soprattutto in chiave strategica e di sviluppo estero.