In franchising: e io mi apro un negozio!

Silvio Zannoni

Data

lug 12, 2013

"in franchising": cosa significa aprire un negozio in franchising?

Qui vediamo una panoramica della situazione attuale del settore franchising in Italia

"I consumatori si rivolgono al franchising: producendo un giro d'affari di 23 miliardi di euro"

Dalle grandi industrie automobilistiche americane che negli anni '30 decisero di utilizzare il franchising per una diffusione più capillare dei propri prodotti, la formula della catena commerciale ha fatto capolino in Europa subito dopo il boom degli anni '50.
Per l'Italia possiamo stabilire anche la data di nascita del franchising: il 18 Settembre del '70 quando la Gamma aprì il primo di 55 punti vendita successivi.

Secondo il Rapporto Assofranchising Italia 2012, gli esercizi in franchising in Italia sono in netta controtendenza rispetto alla congiuntura negativa che ha colpito da tempo l'economia e i mercati mondiali.
Assofranchising in collaborazione con l'Osservatorio Permanente sul Franchising, ha censito tutti i franchisor aventi almeno 3 affiliati attivi al 2012.
Dai dati emersi, si è appurato come su 938 reti attive in Italia, 838, quasi il 90% sono reti italiane, solo il 7% appartengono a Master di franchisor stranieri in Italia e il restante 3% sono costituiti da franchisee che hanno sede legale all'estero.
Un dato molto interessante è l'incremento del valore assoluto delle reti presenti che è passato da 878 nel 2011 a 938 nel 2012, con una crescita del 6,8%.

Inserendo questi dati nella situazione economica odierna si evince che gli italiani tendono sempre di più ad informarsi, cercando il prezzo più conveniente che rispetti certi valori imprescindibili di qualità. Le reti franchising sembrano rispecchiare queste caratteristiche: i prezzi sono identici negli esercizi di tutta la rete e la qualità è garantita dalla notorietà del marchio.
Proprio per questo le reti meglio strutturate e più solide hanno rafforzato la propria presenza sul territorio italiano.

Vediamo in dettaglio i dati.
Il volume d'affari delle reti in franchising italiane ha perso rispetto all'anno 2011, 162 milioni di euro di fatturato, con una decrescita dello 0,7%, spiegabile con il crollo della rete immobiliare.
Ci sono rispetto al 2011, 60 esercizi in più: chi ha spirito imprenditoriale, sceglie il franchising come forma di auto protezione e di minor investimento.

Suddividendo le reti in aree geografiche anche per il 2012 si mantiene il dato storico della presenza dei franchisor soprattutto nel Nord-Ovest dell'Italia, dove troviamo il 35,7% degli affilianti in calo rispetto al 2011 dell'1,3%.
Il Nord Est mantiene con il 20,7%, mentre crescono i franchisor al Centro, al Sud e nelle Isole.

Il 25% dei franchisor ha scelto come sede della propria rete di franchising la Lombardia, che si attesta al primo posto con 8.391 esercizi, anche come numero di attività gestite da franchisee; seguono Lazio e Sicilia.
Agli ultimi posti si posizionano Molise, Basilicata e Valle d'Aosta che totalizzano 1.025 attività.

I settori merceologici che si sono dimostrati per il 2012 il motore trainante delle reti franchising, sono essenzialmente 7.
Il più alto numero di reti si concentra nel settore dei servizi che occupano il 49,15% su scala nazionale.
In seconda battuta gli articoli per la persona che mantengono il 24,63%, seguiti dal commercio specializzato col 13,43%.
Gli articoli per la casa, il commercio alimentare specializzato, il commercio non specializzato e il settore delle costruzioni e manutenzioni hanno meno del 5% ciascuno.
Il settore più redditizio rimane il GDO food-alimentari con quasi 7 miliardi di euro di fatturato.
Con meno del 10%, i prodotti e servizi specialistici si posizionano al secondo posto nel giro d'affari.
Di fronte a questi dati si palesa come l'industria franchising stia tenendo, nonostante la crisi, contribuendo con i suoi 187 mila impiegati a creare posti di lavoro.

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