Manuale Operativo Franchising
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Il maggio scorso, Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, e Xing He Ping, della China Business Coalition Shopping Center Professional Committee, hanno siglato a Milano un memorandum d’intesa per favorire l’accesso dei prodotti del Made in Italy delle piccole e medie imprese della moda italiana sul mercato cinese. L’accordo tra CNMI e l’Associazione cinese che gestisce servizi di Shopping Center, favorirà l’accesso alle “fashion street” del gusto italiano nelle principali città cinesi.
La borghesia cinese è estremamente interessata ai prodotti del Made in Italy di qualità con un rapporto qualità/prezzo adeguato e per questo motivo la Camera di Commercio Generale Cinese ha anche assicurato ai brand italiani la tutela in Cina dei propri marchi e dei prodotti.
Un paio di dati economici: l’export verso la Cina ha avuto un incremento del comparto moda che nel 2012 è stato di 230 milioni di euro, più del doppio di quello registrato nel 2011, di 110 milioni di euro.
A beneficiare dell’accordo, che non stanzia fondi, ma agevola i contatti tra i brand e il sistema distributivo cinese, saranno le 140 aziende che fanno parte della Camera della moda italiana, organismo guidato da Mario Boselli. Il Presidente Boselli ha spiegato che ci saranno incontri periodici, almeno un paio di volte all’anno, e che ci sarà un comitato ad hoc, formato da tre esponenti della Camera e da tre scelti dall’organizzazione cinese, che si occuperà di favorire la cooperazione tra i due sistemi moda, Italia e Cina, facilitando i rapporti commerciali tra i due Paesi, tramite uno scambio di dati economici e informazioni con il fine di promuovere investimenti strategici e sviluppare gli affari.
Tra i punti salienti della collaborazione, ha sottolineato He Ping, presidente della China Business Coalition Shopping Center Professional Committee, figura anche lo sviluppo di specifici progetti immobiliari in Cina, a sostegno della diffusione del Made in Italy e, in generale, dello stile di vita italiano e la promozione di nuovi canali di distribuzione in Cina, soprattutto per le piccole e medie imprese. Inoltre, nell’ambito degli obbiettivi del memorandum, la Camera di Commercio generale cinese si è già resa disponibile a cooperare sul tema della tutela in Cina dei brand Italiani sia sotto il profilo del marchio, sia del prodotto. He Ping ha pure affermato di avere riscontrato l’interesse di primari gruppi immobiliari e finanziari, da un lato a sviluppare un modello retail multibrand di fascia alta, operante nelle città di secondo e terzo livello, e dall’altro lato a creare un distributore specializzato anche su brand italiani che siano in grado di esprimere particolari capacità di penetrazione sul mercato cinese e asiatico in genere.