Manuale Operativo Franchising
Per chi è: Ideale per franchisor, il...
La presente ricerca, di tipo qualitativo, ha tre obiettivi
prioritari:
• valutare il grado di sviluppo delle reti italiane di franchising
all’estero;
• comprendere il livello di priorità strategica dei mercati esteri
per i retailer italiani;
• evidenziare le motivazioni delle scelte strategiche degli
operatori in termini di formule commerciali utilizzate per
l’internazionalizzazione.
La strumento più rapido per raggiungere gli obiettivi appena sopra accennati è stato giudicato il “sondaggio online”. Nei mesi di agosto e settembre 2013 è stato inviato un questionario compilabile online ai database di BeTheBoss.it e Confimprese. I retailer rispondenti sono stati circa 150, di cui il 60% sono operatori non ancora presenti all’estero e il 40% già presenti sui mercati internazionali.
Il campione è costituito da Ristorazione rapida/Pizzerie
(18,75%), Gdo/Alimentari, Gelaterie/Yogurterie (entrambi circa il
12%), Abbigliamento uomo-donna/Ristorazione a tema/Pub (entrambi
circa il 6%), Abbigliamento bambino, Alberghi,
Calzature/Pelletteria, Centri estetici/Benessere/Palestre, Intimo,
Mobili, Servizi postali/Stampa (tutti circa il 3%).
Diversamente dai retailer non ancora sbarcati oltreconfine, la
maggior parte di quelli già presenti all’estero, pari al 31,25%,
prevede un investimento iniziale per il franchisee compreso tra i
150.000€ e i 500.000€. In termini di anzianità delle reti quasi il
44% del campione dichiara di aver avviato lo sviluppo sui mercati
internazionali tra i 3 e i 10 anni fa. Un buon livello, dunque, di
anzianità che riflette già una buona esperienza di gestione della
rete in territorio straniero.
Anche in questo caso il campione analizzato presenta un marcato
sbilanciamento verso la Ristorazione rapida con l’11,11% e Gdo/food
con l’8,89%. Ciò rispecchia la situazione reale, perché proprio il
food è il settore del made in Italy più presente oltreconfine.
Seguono Calzature/pelletteria e Centri estetici/benessere ai quali
appartiene circa il 6,67% dei rispondenti. Abbigliamento
uomo-donna, Asili/ludoteche, Informatica, Internet contano circa il
4%.
Per quanto riguarda l’investimento iniziale richiesto per aprire un
punto vendita, oltre la metà dei franchisor partano da una base
inferiore ai 50.000 €. Si tratta inoltre di reti relativamente
giovani; il 33,33% dichiara infatti di aver iniziato ad aprire
punti vendita in Italia tra i 3 e i 10 anni fa.
In buona sostanza, a parte il settore di provenienza, i due
campioni – retailer già all’ estero e non ancora all’estero -
divergono sia per anzianità della rete che per investimento
richiesto, entrambi più elevati per i retailer già
internazionalizzatisi. Questo ci conferma la buona prassi di aprire
negozi all’estero solo dopo aver ben consolidato il proprio
business in Italia.