Ricchi e famosi oggi, ma ieri?
Siamo così abituati a vedere i risultati e i successi dei grandi imprenditori che dimentichiamo da dove sono partiti.
Spesso non avevano soldi per iniziare, non provenivano da famiglie privilegiate o da studi in università prestigiose, eppure hanno saputo entrare nell’olimpo del business.
Come hanno fatto a partire da zero e arrivare a mille?
Ecco cinque storie di grande ispirazione.
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Leonardo Del Vecchio - Luxottica
Oggi ha un patrimonio di oltre 22 miliardi di dollari, ma Leonardo Del Vecchio non è sempre stato così fortunato. Fondatore di Luxottica, una delle più importanti aziende al mondo nella produzione di occhiali (con marchi come Ray-Ban e Oakley). Del Vecchio nasce in una famiglia di commercianti di frutta. Da piccolissimo diventa orfano di padre e vive la sua infanzia in un orfanotrofio. Eppure queste difficoltà non riducono le sue ambizioni. Dopo un’esperienza di operaio in una ditta di incisione, si mette in proprio a 23 anni, aprendo una piccola bottega di montature per occhiali.
Il segreto del suo successo? La fedeltà a un sogno, “quello di fare gli occhiali migliori al mondo e vederli indossare da tutti”, come lui stesso ha scritto tempo fa in una lettera dedicata ai suoi azionisti.
Renzo Rosso - Diesel
Per Forbes il suo patrimonio oggi ammonta a 3,5 miliardi di dollari. Niente male per un uomo nato in una famiglia di modesti agricoltori. La persona in questione è Renzo Rosso, inventore di uno dei marchi di abbigliamento più amati dai giovani: Diesel. Lo stilista miliardario ha iniziato dal basso. Il primo lavoro? La guida del trattore di famiglia, poi allevatore di conigli. La svolta avviene a 15 anni quando si appassiona alla moda. Il primo jeans (l’indumento che lo ha reso poi celebre) lo realizza con la macchina da cucire di sua madre. All’inizio degli anni Ottanta, abbandona gli studi per lavorare in un laboratorio di abbigliamento, dove apprende le basi per costruire la sua azienda.
Il segreto del suo successo? La capacità di unire tradizione e innovazione, “Ciò che è vecchio mi dà calore, ciò che è nuovo mi dà visione”, è una sua celebre frase.
Jan Koum - Whatsapp
Incredibile la storia dell’inventore dell’app di messaggistica più famosa al mondo, Whatsapp, che lo ha reso uno degli uomini più ricchi al mondo, con un patrimonio personale che sfiora i 10 miliardi di dollari.
Oggi fa stupore pensare che Jan Koum da giovane non aveva neanche l’energia elettrica in casa sua in Ucraina. Emigrato in America, fa mille lavori (anche il bidello in una scuola) prima di trovare un’occupazione in Yahoo! e incontrare Brian Acton, con cui fonda poi Whatsapp. L’app diventa il biglietto da visita di Jan nel grande mondo degli affari. Decisivo è l’incontro con Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, che compra Whatsapp per 19 miliardi di dollari.
Il segreto del suo successo? “Fare solo una cosa e farla al meglio delle tue possibilità”.
Grant Cardone - Cardone Enterprises
Oggi ha un patrimonio immobiliare valutato oltre 350 milioni di dollari. Imprenditore, speaker e formatore, Grant Cardone è uno dei maggiori investitori immobiliari al mondo. Anche per lui la strada non è stata così facile. A 25 anni droga e alcol rischiano di metterlo al tappeto. Dopo essersi disintossicato in una clinica, cambia rotta e inizia a formarsi come venditore. Allora non ha soldi per frequentare un corso e si fa prestare un centinaio di dollari da sua madre. Il primo lavoro è come venditore di auto: Grant è abilissimo. Dopo i primi successi decide di mollare e mettersi in proprio investendo nell’immobiliare. La sua azienda oggi è un colosso impegnato in vari rami del business, compra e vende immobili, pubblica libri, offre corsi per giovani imprenditori.
Qual è il consiglio che Grant ama dare ai giovani imprenditori? “Non pensate a fare soldi, pensate a fare la differenza”.
Ingvar Kamprad - Ikea
La sua storia sembra proprio una favola. Ingvar Kamprad è poco più di un bambino quando per aiutare la sua famiglia vende fiammiferi, matite, biglietti di auguri e addobbi natalizi, ai vicini. A 17 anni, decide di mettersi in proprio, con una piccola bottega che chiama IKEA. Il nome del brand riprende le sue iniziali e quelli di Elmtaryd Agunnaryd, la sua città natale. IKEA inizia a vendere mobili qualche anno dopo: oggi può contare su 340 punti vendita in 42 paesi e 36 miliardi di dollari di vendite annuali.
Il segreto del suo successo? Lo confessa lui in una delle sue ultime interviste, prima della scomparsa avvenuta nel gennaio di quest’anno: “Un buon imprenditore è un leader e per farlo deve dare il buon esempio”.
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