Nell'ultimo anno la crescita retributiva è rallentata.
Dirigenti, quadri, impiegati e operai: tutti sulla stessa barca. E
il mare è agitato. Basti pensare che, se l'inflazione è cresciuta
dell'1,8%, gli stipendi di dirigenti e operai non sono riusciti a
starle dietro: nel primo caso l'incremento è stato nullo, nel
secondo dell'1,1%. Cifre contenute, che si impennano leggermente
quando l'analisi si sposta su quadri e impiegati, che nell'ultimo
anno hanno guadagnato potere di acquisto: per entrambi la
retribuzione è cresciuta del 2,5%. Se sapesse che i prezzi dei beni
ad alta frequenza di consumo sono aumentati del 2,9%, anche chi
appartiene a queste categorie non trascorrerebbe notti
tranquille.
È un quadro a tinte fosche quello che emerge dal nono rapporto
sulle Retribuzioni in Italia 2008 di Od&M Consulting, società
di consulenza direzionale che ha analizzato oltre un milione di
profili retributivi di dipendenti privati, raccolti dal 2003 al
2007. Il campione comprende oltre 92mila dirigenti, quasi 214mila
quadri, circa 688mila impiegati e oltre 72mila operai. Il vero
problema, ricorda Claudio Lucifora, professore di Economia politica
dell'università Cattolica, è un altro: «Da tempo in Italia la
produttività non cresce. Di conseguenza, è difficile che possano
aumentare le retribuzioni».
In
ogni caso, la busta paga non tiene il passo del costo della vita.
Diagnosticato il male – che è comune – ogni categoria di lavoratore
presenta propri sintomi. I dirigenti, ad esempio, hanno assistito
nell'ultimo anno a un calo della parte fissa della busta paga
(-0,6%) e a un passo in avanti sul fronte del variabile, che ha
invece messo a segno un +4,7%. Nulla di nuovo: quella che vede il
variabile guadagnare terreno sul fisso è in realtà una tendenza in
atto già da tre anni. «Laddove la possibilità di incidere sui
risultati è maggiore – commenta Lucifora – è normale che il
variabile conti di più». Diverso invece il caso dei quadri, che – a
quanto sembra – hanno tutti i motivi per pensare in positivo.
Entrambe le componenti dello stipendio sono aumentate: la fissa del
3%, la variabile del 4,7%. Diametralmente opposta a quella dei
dirigenti è la situazione degli impiegati: la parte fissa della
retribuzione ha accelerato (+2,7%), quella variabile ha invece
tirato il freno a mano, con un calo addirittura del 6%. Se si
prendono in considerazione le buste paga di dirigenti e quadri,
quindi, il variabile recupera terreno sul fisso. Nelle buste paga
degli impiegati invece le parti si invertono.
Gli stipendi si muovono a ritmi diversi anche a seconda del mercato
e del territorio in cui agisce un'azienda. Per dirigenti, quadri e
impiegati i valori retributivi più alti si registrano al Nord
Ovest, i più bassi al Sud d'Italia. Quanto poi alla parte centrale
del Paese, da queste parti si sono registrate le variazioni di
retribuzione inferiori. Nell'ultimo anno – è la conclusione – i
differenziali retributivi tra Nord e Centro Sud si sono
ulteriormente amplificati.