13-04-2007 - Il Sole 24 Ore
Il franchising è in espansione in Italia: dopo il ridimensionamento dei parametri di crescita nel 2006, è stata registrata una discreta espansione che ha fatto segnare un più 3,5%, pari a 1.456 punti vendita in più, con un aumento del personale occupato del 4,7 per cento e una buona performance nel giro d’affari (+ 7,3%) che raggiunge i 17,4 miliardi di euro.
Lo segnalano i risultati della settimana indagine sul franchising in Italia nel 2006, promossa da Fif-Confesercenti e condotta da Publimedia. La ricerca è stata resa nota in occasione della presentazione del Roma Expo Franchising 2007 che si terrà nella capitale, presso la nuova Fiera di Roma, su 9mila metri quadrati di area espositiva, dal 20 al 22 aprile.
«Il nostro comparto - sottolinea Patrizia De Luise, presidente della Federazione italiana franchising - negli ultimi anni ha dimostrato, al contrario di altri settori, un trend di crescita costante con un aumento del giro di affari e di occupazione».
L’indagine ha interessato 123 franchisor, pari al 15% dell’universo italiano, esaminando 10.060 punti vendita.
Dall’indagine emerge che aumenta il grado di internazionalizzazione: il 19% è presente all’estero con punti vendita, contro il precedente 13%, il 25% ha contratti con master franchisee e il 22% ha altri tipi di contratti. Molti utilizzano anche più di una modalità di presenza: è stato rilevato, per esempio, che il 10% dei franchisor ha punti di vendita diretti e contratti di master franchisee. Poco meno della metà è presente all’estero in un solo Paese, solo l''8% in più di 10 Stati. Si aprono attività soprattutto in Spagna, Usa, Francia, Portogallo e Russia.
In Italia la crescita ha interessato soprattutto le regioni del Nord, mentre si è ridotto il peso nel Mezzogiorno. Esaminando i settori di attività cresce il peso nei servizi (42%), seguito da commercio (42 per cento). Stabile il peso del settore viaggi e ristorazione (15 per cento).
L’investimento iniziale è, nel 60% dei casi, inferiore 50mila euro, mentre solo per il 4% dei marchi supera i 200mila euro.
Il diritto di entrata (fee) viene chiesto dal 58% dei franchisor e nel 62% dei casi è contenuto entro i 10mila euro.
Le royalties sono richieste dal 60% dei franchisor, nel 45% dei casi in cifra fissa (3-4mila euro l’anno), nel 55% dei casi in percentuale sul fatturato lordo (circa il 4 per cento).
Sul fronte della partecipazione alle spese pubblicitarie il canone è richiesto dal 23% dei franchisor.
L’esclusiva di zona per gli affiliato è richiesta dall’83% dei franchisor.
La maggioranza dei contratti di franchising dura 5-6 anni e solo nel 3% dei casi supera i 10 anni.
di Nicoletta Cottone, de "il Sole 24 Ore"