GStar alla conquista dell’Italia

Data

dic 12, 2007

GStar parlerà sempre più italiano. Il marchio olandese di jeans alternativi ha da poco inaugurato a Milano, in via Morimondo 26, il suo quarto showroom tricolore, uno spazio di 850 mq., dopo quelli di Genova, Napoli e Bologna. «Abbiamo in programma per i primi mesi del 2008 il taglio del nastro di un qu into showroo m in Italia a Roma, dove già abbiamo un monomarcaanticipa Jos Van Tillburg, presidente e amministratore delegato del gruppo di Amsterdamnel vostro paese apriremo anche 10 nuovi monomarca entro i prossimi due anni».
L’Italia, che rappresenta per la società il quinto pese europeo per volume d’affari dopo Germania, Francia, Regno Unito e Olanda, è sicuramente un bacino strategico per l’azienda; a questo si aggiunge che il fatturato italiano di GStar previsto per il 2007 è pari a 50 milioni di euro su un giro d’affari consolidato globale che, sempre per il 2007, sarà di 600 milioni. A trainare le vendite della griffe di Amsterdam, che da quest’anno sfila a New York, è stato soprattutto l’approccio sperimentale dei suoi jeans, sinonimo, secondo i vertici aziendali, di "luxury denim accessibile". «L’obiettivo del nostro team creativo — spiegano dalla società fondata nel 1989 con all’attivo quasi 6000 punti vendita in oltre 51 paesi e 86 monomarca nel mondo — è quello di rendere accessibile un denim sofisticato a un’ampia clientela; inoltre introduciamo ogni mese nuove linee caratterizzate da lavaggi innovativi e abbinamenti originali ed eccentrici».
Uno dei punti di forza dell’azienda è il suo legame, sempre più stretto, con il mondo del design. GStar non solo ha debuttato, come unico ospite rappresentante di prodotti di moda, alla fiera giapponese esclusivamente dedicata al design, la "Tokyo designer’s fashion week", con una serie di oggetti e costumi realizzati a mano per sfilate ed eventi speciali negli ultimi anni. A partire dall’autunnoinverno 200809 dovrebbe anche riprendere la collaborazione creativa, instaurata dal 2004, con il designer australiano Marc Newson. (e.m.a.)