Nel panorama distributivo si stanno ritagliando sempre più spazio i temporary shop, una moderna formula commerciale che punta a testare nuovi prodotti e a stimolare l’acquisto d’impulso.
Innovative formule commerciali che sembrano
sfidare le leggi di fidelizzazione della clientela, perché
rimangono aperti per un periodo di tempo
limitato, a volte anche limitatissimo.
Stiamo parlando dei temporary shop, la nuova frontiera del
commercio, un vero e proprio fenomeno distributivo, sempre più
diffuso anche in Italia, dove si accentua la propensione alla
rapidità, alla dissoluzione e alla ricostruzione.
Anche le modalità di distribuzione risentono quindi di questa
propensione alla fluidità e i temporary shop sono un esempio delle
nuove dinamiche sociali ed economiche. Si moltiplicano infatti i
fenomeni di rottura dei
parametri abituali della
distribuzione. Nelle principali città del
mondo, come New York, Parigi, Tokyo, Berlino e Milano, i temporary
shop sono un fenomeno ormai evidente: compaiono all’improvviso nel
contesto urbano e velocemente si dissolvono.
In Italia antesignano dei temporary shop è
stato Levi’s che da metà luglio alla fine
di dicembre 2005 portò a Milano questa formula commerciale. Tra gli
esempi più recenti è possibile ricordare il temporary shop di Young
Village, che fa capo al gruppo
Coin; Spazio Tokyo, dedicato allo
shopping esotico e aperto negli ultimi mesi del 2007; e i temporary
store Nivea aperti sia nel 2007 che nel
2008 a Milano.
I successi passati e le dinamiche attuali fanno quindi pensare che
siamo vicini a un vero e proprio boom del
temporary store, a questa formula che
corrisponde efficacemente alle realtà metropolitane attuali.
Ma qual è la loro finalità? Quali vantaggi sono in grado di portare
alle aziende? I temporary shop permettono al tempo stesso
di testare nuovi
concept o prodotti e di comunicare il
brand nella sua globalità, ma anche di vendere. Il fatto che il
punto vendita sia “a tempo”, infatti, stimola l’acquisto
d’impulso.
Per sviluppare efficacemente questa formula commerciale nei giorni
scorsi a Milano è stata presentata Assotemporary, l’associazione
che sarà il punto di riferimento di tutte quelle innovative formule
commerciali – dallo shop sharing allo showroom temporaneo – che
vedono proprio nel temporary shop il fenomeno più diffuso.
Assotemporary, che prende il via da uno spunto creativo di alcuni
dirigenti di Assomoda Lombardia, punta a svolgere attività di
carattere sindacale e informativo per promuovere le tipologie
commerciali caratterizzate dalla loro temporaneità e ad acquisire
soci sia a livello nazionale che internazionale.
Il meccanismo dei temporary shop è quindi semplice ed efficace, in
grado di creare una sorta di evento e di accompagnare i consumatori
verso quella che sembra essere la nuova frontiera distributiva,
ancora da sperimentare nella sua totalità e con
ampi margini
di crescita.
Elisa Buzzi
16 - GIUGNO - 2008