In un periodo in cui tutte le principali aziende italiane decidono di delocalizzare la produzione oltre confine, c’è chi ancora crede nel Made in Italy come punto di forza su cui investire. È il caso di Nero Giardini, che ha basato il suo successo proprio sull’italianità: un’eccellenza produttiva, tutta radicata nel territorio nazionale, che produce ogni giorno migliaia di pezzi di altissima qualità tra scarpe (3,5milioni l’anno), accessori e abbigliamento.
Nata nel 1975 come Batam, dopo un periodo di alterne fortune, nel 1990 la società venne riorganizzata per focalizzarsi sullo sviluppo del marchio di proprietà Nero Giardini. Fu il 1998 l’anno della svolta quando l’imprenditore Enrico Bracalente rilevò le quote di Batam, diventando AD unico della “nuova” Bag S.p.A, titolare del marchio Nero Giardini . Furono proprio la lungimiranza e la forte capacità imprenditoriale del manager a lanciare l’azienda di Monte San Pietrangeli (FM) tra i big del settore calzaturiero italiano e mondiale. In poco tempo il gruppo passò da un fatturato di 65 milioni di e nel 2005 a quasi il doppio (112 milioni) l’anno seguente fino a raggiungere il record di 230 milioni nel 2011.
Alla base del successo dell’azienda marchigiana, ruotano una
pluralità di fattori: il connubio vincente tra artigianalità e
innovazione, con processi produttivi all’avanguardia che hanno
saputo tuttavia conservare una matrice artigianale, e una strategia
distributiva articolata che ha permesso di ottenere una
diffusione capillare del brand grazie al giusto mix tra negozi di
proprietà (29 quelli aperti ad oggi), franchising, multimarca e
shop in shop. Nel 2007 è stato avviato il progetto
franchising con l’apertura fino ad ora di oltre 30 punti vendita
Nero Giardini, che dovrebbero diventare 50 entro la fine 2018, a
conferma dell’importanza strategica che questo canale riveste per
il marchio.
Le previsioni per il futuro prossimo sono ottimistiche: l’azienda
punta a consolidare la propria presenza sul territorio nazionale,
che ora vale l’80% del fatturato, ma anche ad allargare il proprio
raggio d’azione oltre confine. L’obiettivo è incrementare il peso
dei ricavi esteri, aumentando la propria presenza sia in Europa, in
particolar modo nei paesi del nord, che nei mercati emergenti ad
alto potenziale come i paesi arabi e la Cina dove è già stata
attivata una partnership. Una strategia di crescita e
internazionalizzazione diffusa che dovrebbe portare nell’arco di
3-5 anni a 100 negozi monomarca di proprietà (di cui il 30%
all’estero) e toccare nel 2018 un fatturato di 500 milioni di
euro.