Cosa facciamo quando decidiamo di
uscire a cena? Prendiamo il telefono e prenotiamo un tavolo. Se poi
siamo habitué del ristorante prescelto, il cameriere ci
accompagnerà al "nostro" tavolo. Tutto questo, negli Stati Uniti, è
acqua passata. Il telefono è stato sostituito da Internet e la moda
della prenotazione online sembra essere diventata un vero e proprio
must. Lo dimostra il successo del sito OpenTable,
http://opentable.com che, aperto 8 anni fa, dopo un decollo lungo e
difficile, ora sta andando alla grande. Con una media di 2 milioni
di prenotazioni al mese, OpenTable è oggi un network che annovera
oltre 7mila ristoranti in giro per il mondo, dal Giappone al
Messico, dai Carabi all’Inghilterra, con la massima concentrazione
di adesioni in città come San Francisco e New York.
Il successo di questo nuovo modello è legato a differenti aspetti,
che concorrono però tutti alla soddisfazione del cliente. Il
servizio non solo elimina le attese al telefono e permette di
effettuare una prenotazione a qualsiasi ora del giorno e della
notte (e di disdirla con un solo click del mouse), ma offre anche
tutta una serie di vantaggi. Il software di prenotazione, infatti,
memorizza di volta in volta i gusti degli ospiti, le loro
preferenze e le loro idiosincrasie. In questo modo, il personale
del ristorante sa in anticipo, ad esempio, se un cliente desidera
avere sempre lo stesso tavolo sotto quel certo quadro, piuttosto
che se un altro cliente ha fatto la richiesta per il cibo kosher,
ma solo se è a cena in compagnia di una certa persona.
Le note personali che "schedano" i vari ospiti a volte assumono
un’importanza strategica. Ad esempio, i mariti in libera uscita che
portano a cena un’amica potranno trascorrere una serata senza
preoccupazioni, dal momento che il ristorante verifica
preventivamente se le mogli degli stessi non hanno casualmente
prenotato nel medesimo posto. O ancora, chi è solito cambiare
spesso la partner (ma non il ristorante!) non correrà il rischio di
vedersi trattato come un cliente regolare.
L’utilizzo del servizio è gratis per gli avventori e, come si è
visto, elimina una serie di possibili inconvenienti. I ristoratori,
invece, pagano un dollaro a prenotazione. All’inizio, quando il
sito aprì nel 1999, non erano in molti disposti a farlo. OpenTable
tuttavia non ha mai perso la propria determinazione e ha messo in
campo una forza vendita molto aggressiva che è stata in grado di
convincere i gestori del fatto che le prenotazioni online sarebbero
presto esplose, esattamente come è successo con le compagnie aeree.
A poco a poco, i ristoratori hanno incominciato ad accorgersi che
il servizio faceva aumentare il numero di clienti, mentre oggi non
far parte del sistema equivale a essere fuori moda.
(fonte: www.nytimes.com)