Il New York
Times (http://www.nytimes.com)) ha scelto di mettere in rete
gratuitamente ogni mattina l'intera edizione cartacea e di
aggiornarla continuamente sul sito. E gli utenti unici sono
scattati a quota 19 milioni
Quando “rovinarsi” porta bene: il New York Times
L’apertura fa bene ai giornali? Ehi un momento: l’apertura di cui
si parla qui somiglia all’affermazione “Buttarsi già dal quinto
piano fa bene alle ossa”. Eppure pare che da qualche parte abbiano
provato che è possibile.
“Qualche parte” è New York. Anzi il New York Times: secondo gli
ultimi dati, resi pubblici da TechCrunch (cui arrivo via Massimo
Russo, che svolge anche un utile ragionamento sul tema, dati alla
mano) dicono che la “Gray Lady” si è scatenata e sta raccogliendo
risultati pazzeschi. In due mesi - settembre e ottobre, i dati di
novembre non sono ancora disponibili - il NYT è cresciuto di 7,5
milioni di utenti unici, cioè in cifre assolute da poco più di 11,8
(dato di agosto) a 19.4 milioni di utenti unici su base mensile. Il
64 per cento in più sul risultato di agosto. Un bel salto, no? E
che sarà mai successo?
E’ successo che a metà settembre il New York Times ha fatto due
cose importanti.
Ha aperto completamente le porte del giornale sul web. Cioè i suoi
lettori registrati gratuitamente (ci si registra al New York Times
fin dalla nascita del sito) possono leggere on line l’equivalente
di tutto quanto esce su carta fin dalle prime ore del mattino.
Quelle notizie vengono lavorate dalla redazione - da tempo non c’è
più una sostanziale differenza tra la redazione on line e quella
off line - e continuamente aggiornate sul sito, con tempestività e
accuratezza, il binomio che permette di avere successo. Se non esci
in fretta, sulla rete, non sei nessuno. E non scrivere scemenze,
ché la gente se ne accorge e son dolori.
In secondo luogo l’editore Sulzberger si è privato di una bella
fetta dei suoi guadagni: quasi 10 milioni di dollari. Lo ha fatto
abolendo l’offerta denominata Times Select , dentro la quale erano
contenuti i commenti degli editorialisti, i loro video commenti,
alcune rubriche particolari e specialistiche e l’informazione
finanziaria
A questo si aggiunga la decisione di immettere tra i servizi dei
giornali un aggregatore di contenuti in tutto simile a quello
offerto da iGoogle (www.igoogle.com) e di aprire tutti gli
articoli, o quasi, alla possibilità di essere segnalati dai lettori
sulle maggiori piattaforme di social networking, come Delicio o
Digg.
Scelte da pazzi, è come se un barista offrisse il caffè gratis,
contando sul fatto che questo farà correre tanta gente da ogni
parte della città e così qualcuno decida di comprare le sue vetrine
per farle guardare da quelli che passano. La logica dei pazzi o dei
molto saggi. Sta pagando in soldoni.
http://www.repubblica.it/index.html