di Nicoletta Cottone
Salari appiattiti: una laurea vale solo 120 euro al mese
in più. Lo rileva Unioncamere che parla di «pericoloso
appiattimento delle retribuzioni» e nel rapporto 2008 evidenzia
come la differenza di salario tra un impiegato diplomato o laureato
e in lavoratore non qualificato con la licenza media «è di circa
1.600 euro l'anno». Dunque, poco più di 120 euro lordi al mese.
Puntando l'obiettivo sulle retribuzioni di professioni non
qualificate, di conduttori di impianti, di operai specializzati, di
professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi e
degli impiegati, il rapporto rileva stipendi tra i 21 e i 23 mila
euro. Entrando nei particolari si va dai 21.170 euro di un
lavoratore non qualificato ai 22.750 di un impiegato. Rispetto a
queste retribuzioni svettano, invece, quelle dei dirigenti che in
media guadagnano oltre 92 mila euro l'anno.
L'appiattimento verso il basso, segnala il presidente Andrea
Mondello, «è il sintomo più evidente della scarsa attenzione al
merito che caratterizza il mercato del lavoro italiano». Questo,
per Mondello, «segnala un paese disattento al valore dello studio e
delle competenze, che rischia di mortificare le migliori risorse su
cui può contare per rilanciarsi». Unioncamere sottolinea quindi
come tra il 2000 e il 2006 le retribuzioni siano passate da 20.116
euro a 23.633 con una crescita del 17,5%. Nello stesso periodo
l'inflazione è aumentata del 15,1%, ma i prodotti e i servizi
acquistati più frequentemente sono aumentati del 18,2 per cento. I
salari sono cresciuti meno che nel resto d'Europa perchè più bassa
è stata la crescita della produttività. L'associazione delle Camere
di commercio sottolinea «l'inadeguatezza del contratto nazionale»,
che va superata distribuendo in azienda o sul territorio i
risultati conseguiti in termini di produttività e
redditività.