Mario Resca, Confimprese: «I saldi non convincono gli italiani a
spendere: abbigliamento a + 5%, calzature a -4% sul 2012. Si spera
nel ferragosto»
(Milano, 31 luglio 2013) – Il pessimismo perdurante e un ulteriore
calo della propensione alla spesa da parte degli italiani – il 92%
ritiene non adatto il momento per fare acquisti – ha frenato la
corsa ai saldi, dall’inizio alla fine di luglio. E oggi con il mese
di agosto che incombe, non è facile tracciare previsioni, anche se
gli associati Confimprese sperano in una timida ripresa nella
settimana di ferragosto, in cui è programmata un’altra battuta di
ribassi fino al 70%.
Se queste sono le caute previsioni per il periodo ferragostano, va
da sé che le performance di luglio hanno lasciato i più a bocca
asciutta. «Il consumatore– spiega Mario Resca, presidente
Confimprese –, che quest’anno ha una capacità di spesa
compresa tra i 32 e i 45 euro, si è lanciato in acquisti solo nei
negozi che già dal 6 di luglio sono partiti con ribassi del 50 per
cento. Certo, aprire il periodo dei saldi con prezzi molto
aggressivi fin dall’inizio comporta per le aziende una drastica
riduzione dei margini, ma questo rappresenta a volte l’unica
possibilità per abbassare lo stock, sempre molto elevato, che è un
onere non altrimenti assorbibile dal produttore».
Quanto ai settori, secondo il panel Confimprese, ci sono state
performance diverse sia a livello di merceologia sia di aree
geografiche. Nell’abbigliamento bambino, per esempio, la partenza
già con il 50% di sconto ha premiato i negozi sul breve periodo,
permettendo di archiviare le prime due settimane, dal 6 al 20
luglio, con incrementi fino al 70%. Il ridimensionamento, semmai, è
avvenuto nell’ultima settimana del mese, in cui le vendite si sono
assestate al +5% sullo stesso periodo 2012. Diversa la situazione
nelle calzature, anche quelle sportive, dove la partenza è stata al
rallentatore in tutta Italia: chiudono il mese con una flessione
del -4% sullo stesso periodo 2012. Nella prima settimana, nei
negozi di calzature all’interno dei centri commerciali, si è
registrato un calo di affluenza del 15% che ha coinciso con il
decremento stesso dei visitatori dei centri commerciali. In seguito
si è registrato un tasso di conversione pari al 10-12% superiore
allo stesso periodo 2012. A tale rialzo hanno contribuito le
operazioni cosiddette multiple legate alla vendita di prodotti 3x2:
questo ha permesso di eliminare le giacenze nonostante il calo dei
consumatori.
Le aree geografiche fanno segnare un andamento dei saldi che
rispecchia i trend già registrati da Confimprese Lab-Nielsen nel
grocery nel 2° trimestre 2013. Vale a dire una tenuta delle regioni
settentrionali, dove però a farla da padrone non c’è più la
Lombardia, che si porta a casa un incremento del 3% nelle ultime
tre settimane di luglio, ma Piemonte e Liguria (+7%). Nel Sud hanno
retto Campania (+2%) e Puglia (+0,7%), ma sono calate Sicilia e
Calabria (-1%). A influire sul peggiore andamento delle vendite nel
Mezzogiorno il minore potere d’acquisto delle famiglie e la
disoccupazione.