Mario Resca, Confimprese: «La prima mossa per sostenere il commercio? Diminuire prezzi di vendita e canoni di locazione. A Roma e Milano si registrano ribassi al di sotto della media nazionale»
Presentati oggi i dati della ricerca condotta da Scenari
Immobiliari per Confimprese sul trend di mercato e le prospettive
di sviluppo del retail real estate. Ospiti, coordinati da Emanuele
Scarci de Il Sole 24 Ore, Clara Garibello Scenari Immobiliari,
Massimo Tivegna UniCredit, Domenico Cito Tecnocasa, Fulvio Fassone
Aeroporti di Roma, Stefano Mereu Grandi Stazioni, Corrado Vismara
CNCC, Carlo Giordano Immobiliare.it
(Milano, 8 ottobre 2013) – Immobiliare e retail. Un campo di gioco
dove la partita si è fatta via via sempre più dura e si gioca su
diversi livelli, non solo per la battuta d’arresto dei consumi (in
calo del 4% il non food nei primi 8 mesi dell’anno secondo i dati
Confimprese Lab-Nielsen), ma anche perché i retailer, soggetti
alla logica finanziaria che caratterizza il mondo immobiliare, sono
schiacciati da costi di affitto e spese di gestione non più
sostenibili, a cui si aggiungono incrementi di costi del personale
per far fronte alle aperture domenicali e festive, opportunità
irrinunciabile perché proprio nel week end si concentra buona parte
del fatturato. In quest’ottica si inquadra lo studio realizzato
da Scenari Immobiliari per Confimprese, che individua la
relazione tra commercio e qualità urbana, analizzando la situazione
attuale dei 14 principali capoluoghi della penisola: offerta,
domanda, andamento delle quotazioni.
«La crisi dei consumi – spiega Mario Resca, presidente
Confimprese – evidenzia come il commercio sia in grado di
determinare il livello qualitativo delle città. Il mercato
immobiliare risente pesantemente del calo di volume delle vendite e
della contrazione dei flussi di cassa: la redditività è diminuita e
la situazione patrimoniale ha subito un deprezzamento. Per la
maggior parte dei retailer gli ultimi dodici mesi sono stati
caratterizzati da una revisione dei contratti di locazione, alla
ricerca di condizioni più vantaggiose. Ritengo che per uscire dalle
secche della crisi bisognerebbe fare meglio e di più specialmente
nelle piazze importanti. Dalla ricerca emerge che a Milano i prezzi
medi di vendita sono diminuiti del 2,9% e i canoni di locazione si
sono contratti del 7,3%, decisamente meno della media nazionale
(rispettivamente dell’-1,4% e -1,3%); a Roma stessa situazione per
i prezzi di vendita, mentre i canoni di locazione si sono contratti
dell’8,1%. «Se tenant e proprietari degli immobili – precisa
Francesco Montuolo, executive vice president Confimprese –
trovassero un compromesso che soddisfi entrambi, ciò permetterebbe
di sostenere il commercio, evitando drastiche chiusure di esercizi
commerciali, e un ulteriore deprezzamento del valore degli
immobili. La sopravvivenza di entrambi passa attraverso la maggiore
flessibilità negli accordi contrattuali, che serve superare questo
momento di drammatica crisi dei consumi».