Milano, 23 aprile 2013 – Disappunto di Confimprese per il doppio
sciopero proclamato da commessi e cassiere di Milano e provincia
per il 25 aprile e il 1 maggio. «In tempi di crisi e di cassa
integrazione – afferma Mario Resca, presidente
Confimprese – i negozi devono restare aperti anche nelle
feste comandate: la recessione morde i consumi, il 54% degli
italiani compra solo l’essenziale, mentre il 30% acquista meno in
assoluto. Nei punti vendita, i nostri associati utilizzano tutti
gli strumenti del marketing mix, incluse le promozioni (la
pressione promozionale è arrivata al 28,9% in marzo), per sostenere
i volumi di vendita. Decidere di tenere aperti i negozi è una
scelta che il retailer compie consapevolmente non solo per la
sostenibilità del negozio, ma anche per mantenere i posti di
lavoro, che in un momento di crisi così acuta potrebbero anche
andare incontro a una drastica riduzione. Nell’abbigliamento, per
esempio, le domeniche valgono il 23% del totale ingressi contro il
10% del lunedì e mercoledì, l’8% del martedì, l’11% del giovedì, il
12% del venerdì. In generale di domenica l’indice di conversione è
al 23%: rinunciare alla aperture festive sarebbe, dunque,
un’occasione mancata per il commercio. In particolare per Milano,
che da tempo è città di destinazione turistica culturale,
congressuale, di business. Chiudere i negozi significa allontanare
i turisti da Milano e non tenere in considerazione nemmeno le
esigenze dei milanesi che rimangono in città».
Laura Galdabini
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