Meglio un''Italia (o
un'Unione Europea) di commercializzatori che di produttori? Una
domanda provocatoria emersa ieri durante l'assemblea della
Federazione Industriale dei Tessilivari e del Cappello. "Nella
Finanziaria 2007 erano previsti 20 milioni di euro per i consorzi
del made in Italy - ha detto il presidente, Giorgio Giardini - ma
dei decreti attuativi non si ha notizia".
“Spariscono i clienti portati via da una concorrenza sfrenata, che
solo l'UE continua a difendere come rispetto del libero mercato",
ha denunciato Giardini, al timone di un'associazione che
rappresenta i comparti del tendaggio, dei tessuti tecnici, dei
dettagli moda (pizzi, nastri, ricami, passamanerie), dell'editoria
del tessile d'arredo e, in generale, di chi opera nelle nicchie più
a monte del sistema moda. "Si tratta di assenza di regole - ha
continuato Giardini - e di una politica interessante per la grande
distribuzione e i grandi marchi, che delocalizzano e
commercializzano senza controlli. Addirittura è la stessa Cina ad
ammettere di non sapere cosa esporta e perché esiste tanta
contraffazione!”.
Giardini ha ricordato il valore della produzione di ricerca, "senza
la quale non esisterebbero gli articoli di lusso". Ma questa stessa
ricerca, come ha ribadito l'imprenditore, "si sostiene con una base
di fatturato insufficiente e costi del lavoro per unità di prodotto
superiori anche a quelli europei. Bisogna che tutti si assumano la
responsabilità e le scelte di una politica industriale
specifica".
La Federazione ha presentato un documento di politica per il
comparto manifatturiero tessile, indirizzata sia al sindacato che
ai ministeri competenti, "perché si creino un ambiente e una rete
di sostegno alle pmi".
Il bilancio del 2006 per le realtà che aderiscono a Tessilvari è
complessivamente positivo, ma senza slanci: la produzione si è
incrementata dello 0,6% e quindi, più che di espansione, si può
parlare di tenuta, con un export in lieve avanzata, comunque più
contenuta di quella registrata a valle, e le performance migliori
ottenute dai "settori nel settore" ricami e
passamanerie.