RENATA
FONTANELLI
Un nuovo marchio che si aggiunge agli otto già esistenti, dei quali
il più famoso è Zara. Inditex, il colosso spagnolo che si è
inventato la formula vincente della fast food fashion, sta per
lanciare Uterque, nuova catena di negozi dedicati esclusivamente
agli accessori. Le collezioni di borse, scarpe, articoli in pelle,
occhiali e ombrelli saranno affiancate da una piccola linea di
abbigliamento in pelle e verranno prodotte in Spagna dagli stessi
fornitori che da anni lavorano con il gruppo.
Entro la fine del 2008 è prevista l’apertura di una ventina di
negozi monomarca tra Spagna, Portogallo e Grecia, mercati dove il
gruppo ha ormai consolidato una forte esperienza di vendita.
Dopodiché si passerà all’attacco delle piazze internazionali.
Spiega l’azienda: «Inditex continua ad analizzare nuove opportunità
di business e crediamo che il settore degli accessori abbia una
forte potenzialità. Per questo abbiamo deciso di creare Uterque,
espressione latina che significa "dualità", e che implica un
concetto di universalità e individualità. Il punto forte di questo
nuovo marchio sarà l’eccellente relazione tra qualità e prezzo,
cosa che del resto già accade per tutte le nostre produzioni». Il
gruppo, che ha la propria forza nella velocità delle catene
produttive e del riassortimento delle collezioni, oltre a Zara,
possiede già le firme Bershka, Stradivarius, Oysho, Zara Home,
Massimo Dutti, Pull and Bear e Kiddy’s Class. L’abbigliamento viene
prodotto internamente nelle proprie aziende o attraverso fornitori
che lavorano in esclusiva per Inditex. A La Coruna, in Galizia,
patria natale del fondatore Arancio Ortega Gaona c’è un centro
logistico tra i più importanti e sofisticati a livello tecnologico
del mondo.
Ed è proprio a La Coruna che nel 1975 è stato inaugurato il primo
monomarca del gruppo, Zara. Oggi Zara conta più di mille negozi,
quasi tutti di proprietà e, come spiega la società, «stiamo
entrando in nuovi mercati. Entro la fine del mese apriremo i primi
due negozi in Corea, e poi in Ucraina, mercato che in questo
momento ha un fortissimo potenziale. Entro la fine dell’anno poi
inaugureremo, sia in Egitto, che in Montenegro». Zara ha debuttato
in Italia nel 2001 creando un autentico sconvolgimento nel mercato
dell’abbigliamento che ha così dovuto cominciare a confrontarsi con
un modello di business basato su una moda veloce, a costo
decisamente contenuto ma con una forte impronta "fashion".
Persino le grandi firme abituate a dettar legge sul mercato, con
l’arrivo di Zara e di altre grandi catene internazionali hanno
dovuto adeguarsi a nuovi ritmi produttivi e far crescere il numero
di collezioni per riuscire a soddisfare una clientela sempre più
sensibile alle novità ed ai cambiamenti. «La nostra forza, sia per
Zara che per gli altri marchi sta nella flessibilità e
nell’innovazione. Per noi il fattore principale, quello che
consideriamo più importante è il tempo. Inoltre crediamo che i veri
protagonisti siano i clienti. Sono loro a creare la domanda e a
farci capire che tipo di moda desiderano. Il nostro compito è
accontentarli nel minor tempo possibile».
Politica dell’azienda, nonostante le grandi dimensioni (3700
strutture in 68 paesi e un organico di settantanovemila persone) è
quella di mantenere un controllo totale della filiera, dalla
produzione alla distribuzione tutto avviene attraverso strutture di
proprietà. In quanto alla filosofia di marketing «la nostra
strategia, a eccezione del brand Massimo Dutti, sostenuto da una
campagna pubblicitaria mondiale, si basa esclusivamente sulla
ricerca di prime location, sul passaparola dei clienti e sulla
qualità dei prodotti e dei servizi». Il gruppo dedica grande
attenzione alle politiche di sviluppo ecosotenibili e dal 2002
elabora un Rapporto di Sostenibilità in conformità agli standard
del Global Reporting Initiative.
Nell’esercizio del 2007 l’utile netto è aumentato del 25% fino a
1.250 milioni di euro. Le vendite sono cresciute del 15%,
raggiungendo 9.435 milioni. L’amministratore delegato Pablo Isa ha
così commentato i risultati del 2007: «Un’evoluzione soddisfacente,
specchio di una crescita solida». In quanto al 2008, anno che fino
ad ora ha registrato molti cali in termini di fatturato per le
aziende del settore, Inditex dichiara: «Una situazione di
normalità, in linea con le nostre aspettative. Le vendite, a fine
marzo, sono cresciute del 17%». Per il 2008 sono previsti
investimenti per circa 1.000 milioni di euro, destinati per l’80%
«all’apertura di nuovi negozi, circa seicento, e alla
ristrutturazione di quelli già esistenti, e per il restante a
migliorare ulteriormente le varie fasi del processo produttivo, in
particolar modo il sistema logistico che è una delle chiavi
principali del nostro successo».