L’eccellenza della ristorazione italiana nel mondo
I sapori della tradizione, la genuinità dei prodotti artigianali, l’eccellenza nella qualità di ogni singolo ingrediente. Questo è Rossopomodoro, il celebre marchio della ristorazione made in Italy, che con i suoi 140 locali sparsi nel mondo, dal 1998 delizia i palati degli amanti della buona tavola in Italia e all’estero.
Beesness ha incontrato Franco Manna, fondatore e CEO di Sebeto, il gruppo che oltre a Rossopomodoro raccoglie al suo interno altri importanti brand come Anema e Cozze e Ham Holy Burger, per scoprire quali sono i segreti alla base dell’incredibile successo dell’azienda partenopea.
Dall’alto verso il basso, alcune immagini dei locali di Rossopomodoro, Rossosapore, Anema e Cozze e Ham Holy Burger
Dott. Manna, Lei era un studente come tanti, poi un giorno ha deciso di intraprendere la strada della ristorazione. Quando e come ha avuto quest'intuizione? Un’estate assieme ad un amico, quando eravamo ancora studenti, siamo andati a lavorare e conseguire il brevetto presso una scuola di windsurf. La sera andavamo a trascorre qualche piacevole ora in un locale dove c’era un ricco buffet e tante cose sfiziose da mangiare. Osservando la presentazione del cibo, lo prendemmo come spunto, e aprimmo a Napoli un locale dalla forte tradizione napoletana, con un menù a base di cibi saporiti e ben presentati. Fu così che nel 1988 nacque Pizza e Contorni. Ad oggi il locale è ancora presente nel panorama della ristorazione partenopea.
Ha iniziato aprendo una pizzeria, ora il Suo gruppo gestisce
140 locali in tutto il Mondo. Qual è secondo lei il fattore
determinante per avere un successo duraturo in questo campo e quali
nuovi traguardi vi ponete per il futuro?
Per un realtà come la nostra è importante essere radicati nella
tradizione e conoscere il prodotto che andiamo ad offrire: bisogna
saperlo declinare e metterlo al centro di tutto. Prodotto e
innovazione, queste sono le carte vincenti per un gruppo come il
nostro.
In futuro, oltre alle nostre insegne esistenti, nascerà “Coq, very nice chicken”, un nuovo format dove tutto ruoterà intorno al pollo e alle uova.
Molti dei vostri locali sono gestiti in franchising. Quali
vantaggi offre questa formula rispetto ai punti gestiti
direttamente con il vostro personale?
Lo strumento del franchising serve per velocizzare l’espansione
della nostra insegna sul territorio nazionale. Ogni Rossopomodoro
costa 500 mila euro ad apertura e dobbiamo essere sicuri che quando
aprirà avrà successo. Se utilizziamo da subito la formula del
franchising, senza testarne personalmente la formula e averne visti
i pregi e i difetti, si rischia un domani di passare questi
problemi anche al futuro affiliato.
Sebeto è ormai sinonimo di pizza, ma non solo. Tra i vostri
marchi figura infatti anche Ham Holy Burger. Come siete riusciti a
conciliare l'italianità dei vostri brand storici con la cucina
tipica americana?
Ham Holy Burger, di americano ha soltanto il nome, ma il concetto e
i prodotti con cui vengono prodotti i nostri hamburger sono 100%
italiano. Abbiamo preso un prodotto della realtà americana e
l’abbiamo italianizzato.
Le abitudini delle persone a tavola stanno cambiando, sia nei
tempi e nei modi di fruizione del pasto che negli alimenti scelti.
Come monitorate il mercato e come siete attrezzati per rispondere
alle nuove esigenze dei clienti?
Noi monitoriamo il mercato, ma il nostro compito non è gestire le
problematiche del mercato. I nostri clienti vogliono degustare i
nostri prodotti come un’esperienza personale. Per fare questo il
servizio all’interno dei nostri locali riveste un’importanza
assoluta. Il nostro servizio è un’esperienza che il cliente deve
vivere appieno.
L'Italia sta vivendo un forte momento di crisi, la si avverte
anche nel vostro settore?
Vediamo che la crisi è in Italia, mentre all’estero le cose vanno
meglio. Nei nostri ristoranti, notiamo che non è calato il numero
di clienti, ma è calato il valore dello scontrino medio. I nostri
clienti ordinano un primo o un secondo piatto, tralasciando magari
alla fine il dolce per contenere i costi.
Expo Milano 2015 è alle porte. Come sfrutterete questo
importantissimo evento internazionale?
Saremo presenti con un forno a legna che ci auguriamo possa
sfornare un milione di pizze, presso il padiglione di Eataly, di Oscar
Farinetti, nostro partner per le aperture all’estero e poi
presso il Padiglione Italia con l’APN (Associazione Pizzaioli
Napoletani). In collaborazione con il Ministro delle Politiche
Agricole stiamo anche cercando, in occasione di Expo 2015, di
rendere la pizza un patrimonio immateriale dell’UNESCO cioè una
forma artistica da tutelare e garantire. Per maggiori
informazioni:
www.sebeto.com